E’ arrivato lo Statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Bene, ma la governance per questi temi, con il nuovo Governo, è tutta da costruire. Vediamo i fronti aperti
Da una parte l’uscita dello Statuto dell’Agenzia per l’Italia digitale in Gazzetta Ufficiale. Dall’altra, il cambio di Governo e il conseguente terremoto su chi, alla Presidenza, si è occupato di questi temi nell’Unità di Missione di Caio. Il cui congedo resta per altro confermato, ad oggi, per fine marzo.
E’ tempo insomma di ripartenze, per la governance dell’Agenda digitale. L’Agenzia è finalmente in grado di operare a pieno regime. Allo stesso tempo, bisognerà trovare un modo per dare continuità al lavoro svolto dall’Unità di Missione e una delle soluzioni potrebbe essere collocare i suoi membri presso il Comitato d’Indirizzo dell’Agenzia, il quale deve essere diretta emanazione del Presidente del Consiglio. Sappiamo che già negli ultimi giorni del Governo Letta, la Presidenza lavorava a un decreto per definire Comitato. Allo stesso tempo, ci sono voci insistenti che questo Governo potrebbe essere la volta buona per un ministro o un sottosegretario all’Agenda; se ne parlava già ai tempi di Monti.
Insomma, tante cose sono nell’aria per quanto riguarda la governance dell’Agenda. Se a livello tecnico siamo ormai ben messi, quello che manca- ed è sempre mancato in Italia, per il digitale- è una governance politica organica, che si rapporti con chi lavora all’Agenza nella sala macchine. Di qui l’idea di un ministro o un sottosegretario dedicato. Il Comitato d’Indirizzo è utile, per tenere il filo con la Presidenza, ma potrebbe non bastare.
Vediamo quindi, in questo (creativo) caos del passaggio, quali sono i nodi subito da sciogliere.
FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)
AUTORE: Alessandro Longo